L'uso del congiuntivo
Nonostante le frequenti dichiarazioni sulla presunta morte del congiuntivo nelle frasi dipendenti nell'italiano contemporaneo, esso è ancora di vitale importanza ed è bene dunque conoscerne le regole fondamentali.
1. Nelle proposizioni indipendenti, il congiuntivo può avere valore:
a) esortativo (al posto dell'imperativo): vada via di qua!;
b) concessivo (segnalando un'adesione, anche forzata, a qualcosa): venga pure a spiegarmi le sue ragioni;
c) dubitativo: che abbia deciso di non venire? (analogamente si può usare l'indicativo futuro: sarà vero?; l'infinito: che fare?; il condizionale: cosa gli sarebbe successo?);
d) ottativo (per esprimere un augurio, una speranza, ma anche un timore): fosse vero!;
e) esclamativo: sapessi quanto mi costa ammetterlo!.
Nelle proposizioni subordinate, occorre distinguere i casi in cui si richiederebbe il congiuntivo da quelli in cui la scelta rispetto all'indicativo implica sfumature di significato (cfr. Altieri Biagi, 1987, pp. 770-71).
Il congiuntivo si usa:
1) con alcune congiunzioni subordinanti, quali affinché, benché, sebbene, quantunque, a meno che, nel caso che, qualora, prima che, senza che;
2) con aggettivi o pronomi indefiniti (qualunque, chiunque, qualsiasi, ovunque, dovunque);
3) con espressioni impersonali, come è necessario che, è probabile che, è bene che;
4) in formule ormai fissate nell'uso (vada come vada; costi quel che costi).
In altri casi, si dovrà distinguere tra verbi che reggono il congiuntivo, l'indicativo o entrambi con significato diverso (cfr. Serianni, 1989, XIV, pp. 49-52).
Reggono il congiuntivo i verbi che esprimono "una volontà (ordine, preghiera, permesso), un'aspettativa (desiderio, timore, sospetto), un'opinione o una persuasione", tra cui: accettare, amare, attendere, augurare, chiedere, credere, curarsi, desiderare, disporre, domandare, dubitare ma all'imperativo negativo possono richiedere l'indicativo: esigere, fingere, illudersi, immaginare, negare, ordinare, permettere, preferire, pregare, pretendere, raccomandare, ritenere, sospettare, sperare, supporre, temere, volere.
Richiedono l'indicativo, solitamente, i verbi che esprimono giudizio o percezione, tra cui affermare, confermare, constatare, dichiarare, dimostrare, dire, giurare, rispondere, sapere, scrivere, sentire, sostenere, spiegare, udire, vedere.
Infine, come abbiamo detto, alcuni verbi possono essere utilizzati all'indicativo o al congiuntivo, con significato leggermente diverso.
ammettere, ind. "riconoscere": ammisi davanti al professore che non avevo studiato bene; cong. "supporre, permettere"; ammettendo che tu abbia ragione, cosa dovrei fare?;
badare, ind. "osservare": cercò di non badare all'effetto che gli faceva quella strana voce; cong. "aver cura": mi consigliava di badare che non cadessi;
capire, comprendere, ind. "rendersi conto": non vuole capire che io non sono un suo dipendente; cong. "trovare naturale": capisco che tu voglia andartene;
considerare, ind. "tener conto": non considerava che nessuno voleva seguirlo; cong. "supporre": arrivò a considerare che non ci fossero altre possibilità;
pensare, ind. "essere convinto" penso anch'io che tu sei stanco; cong. "supporre": penso che tu sia stanco.
Per approfondimenti:
- Altieri Biagi M. L. (1987), La grammatica dal testo, Mursia, Milano;
- Leone L. (2002), Conversazioni sulla lingua italiana, presentazione di Giovanni Nencioni, Olschki, Firenze;
- Prandi M. (2002) in Intorno al congiuntivo, a cura di Leo Schena, Michele Prandi, Marco Mazzoleni, CLUEB, Bologna;
- Serianni L. (1989), Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria, UTET, Torino.